Ciao a tutti! Sono Maddalena Zanon e da due anni lavoro come educatrice presso questa struttura.

Data:

13 febbraio 2023

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Ciao a tutti! Sono Maddalena Zanon e da due anni lavoro come educatrice presso questa struttura.

Ho conseguito la Laurea triennale in Scienze dell’Educazione presso l’Università degli studi di Padova nel 2005 e mi sono poi specializzata presso l’Università di Firenze nel 2009. Per più di dieci anni ho lavorato con adolescenti e minori in difficoltà e ho conosciuto la realtà dell’anziano solo all’inizio del 2021, in piena pandemia, quasi per caso dopo aver partecipato a un concorso e accettando questa sfida con tanta voglia di mettermi in gioco ma anche tanti timori. Cosa farà mai un educatore, che come dice il termine stesso “educa”, in una residenza dedicata alla terza età? Che aiuto concreto potrò dare a persone che giungono da noi con importanti esigenze assistenziali e sanitarie? Ricordo ancora le parole delle mie colleghe appena arrivata: “Vedrai”, mi dissero, “Ti piacerà. Benvenuta nel prezioso mondo dell’anziano!”. E così è stato: mi sono appassionata a questo lavoro che riempie di gioia ad ogni sorriso che riesci a strappare, ad ogni mattina o pomeriggio che scorre veloce, ad ogni mano che stringi, ad ogni voce che ti chiama anche se sono passati due anni e ancora sbaglia il tuo nome.

Ma rispondo ora alla domanda che io stessa mi sono posta appena arrivata: che cosa fa un educatore nelle strutture per anziani? Sostanzialmente è una figura che attraverso la condivisione di attività strutturate, di momenti di vita con la persona o con un gruppo di persone attua percorsi che promuovono la salute e lo stato di benessere dei soggetti coinvolti. Un tempo l’educatore in casa di riposo aveva solamente un ruolo animativo mentre oggi è diventato un professionista che “accoglie e soddisfa i bisogni di socializzazione e di relazione, di recupero della memoria e della storia individuale e familiare, di mantenimento delle capacità ed abilità cognitive, manuali ed espressive” (Tratto dalla rivista “I luoghi della cura”, Anno XI-N.I-2013, a cura di AA.VV. ANEP-Associazione Nazionale Educatori Professionali).

Le attività proposte quotidianamente all’Umberto I sono molteplici: laboratori creativi e manuali, attività di stimolazione cognitiva e linguistica, letture ad alta voce, attività dinamiche come giochi di gara e passeggiate, attività ricreative e socializzanti come feste tematiche, giochi tradizionali, uscite ed incontri con le altre realtà presenti nel territorio. Tutte queste attività sono importanti non solo perché, come a volte si pensa, “riempiono la giornata” e “fanno passare il tempo” ma perché sono un tramite per raggiungere specifici obiettivi e garantire il più alto stato di salute e benessere possibile. Per esempio, il coinvolgimento in un laboratorio di pittura può avere diversi obiettivi dal contenimento dell’ansia, al recupero della manualità fine e della coordinazione oculo-manuale fino alla partecipazione alla vita comunitaria. Perché è proprio il fare insieme, la relazione con l’altro che aiuta e permette un buon inserimento in una realtà diversa dal proprio ambiente familiare. Tutto il lavoro dell’educatore passa attraverso la relazione che per noi è il focus centrale, l’aspetto più importante da coltivare non solo con il residente ma anche con i familiari, con il territorio e con le altre figure professionali.

zanon

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Ultimo aggiornamento

13 marzo 2024