Contenuto
Buongiorno a tutti, sono Angelica Giacometti e lavoro come logopedista in questa casa di riposo da qualche mese.
Ho conseguito la laurea in Logopedia all’Università degli Studi di Padova a novembre del 2021 e, appassionata dalla mente umana e dalla sua incredibile e al contempo misteriosa natura, ho deciso di continuare la mia formazione in ambito neurologico adulto in Clinica Neurologica a Padova, immergendomi completamente nella magia del linguaggio.
La bellezza di una funzione così primitiva e allo stesso tempo così evoluta come quella del linguaggio che ha permesso all’uomo di diventare un essere sociale, è spesso considerata qualcosa di automatico o addirittura scontato: eppure è proprio quando questa viene a mancare che si percepisce la sua essenzialità.
Il linguaggio è alla base della comunicazione ed è proprio di questo che si occupa la logopedia, come ricorda l’etimologia del suo nome. La comunicazione non si limita però solamente a quanto si dice, ma a cosa si fa con quello che si dice e a come questo viene detto: è per questo che espressioni del volto, sguardi e gesti comunicano molto più delle parole. L’anziano lo dimostra molto bene: con l’avanzare dell’età, la funzione linguistica può venire meno, ma è incredibile quanto con una stretta di mano, con un sorriso sincero, con uno sguardo profondo, o con delle bellissime parole scritte in un foglio, possa rivelare mille emozioni e donare il cuore. E forse in questo, rispetto a noi del giorno d’oggi, sono anche avvantaggiati: sono cresciuti in un mondo in cui guardarsi negli occhi era la base per ricordarsi il volto della persona conosciuta, non avendo la possibilità di rivederla per mezzo di dispositivi tecnologici come quelli odierni, o dove la bella grafia, spesso imparata alla scuola elementare, era fondamentale per poter comunicare e letteralmente emozionare la persona che dall’altra parte aspettava con ansia le lettere da lontano. E se la persona anziana è pronta a donarci il cuore, spetta a noi fare altrettanto. È per questo essenziale prestare attenzione a tutta la sfera della comunicazione, a partire dall’aspetto uditivo, affinché la persona possa essere inserita il più possibile nel contesto che la circonda, tenendo in considerazione anche l’aspetto cognitivo spesso compromesso dall’età avanzata.
Subito dopo la laurea in Logopedia ho deciso di ampliare la mia formazione intraprendendo la Laurea Magistrale in Scienze Riabilitative delle Professioni Sanitarie a Padova, che tuttora sto svolgendo. Grazie ad essa sto imparando a vedere il mio ruolo professionale secondo un punto di vista differente che sottolinea ancora di più l’importanza dell’interdisciplinarietà nella presa in carico di un paziente, al fine di garantirgli la salute e la qualità di vita.
E proprio a questo riguardo non si può non soffermarsi sul ruolo fondamentale che costituisce il pasto, che talvolta può perdere la sua automaticità e scontatezza andando ad intaccare così la qualità di vita della persona: l’atto inconsapevole della deglutizione può diventare il più grande scoglio da affrontare o con cui convivere. È necessario quindi tenere sempre a mente il rispetto della qualità di vita in relazione ai valori culturali e sociali della persona. Il logopedista deve fornire sempre informazioni appropriate e rispettare i desideri del paziente per poter effettuare la scelta migliore per lui, valutando la consistenza più sicura ed appropriata per il pasto e assicurandosi che questo avvenga nel modo più efficace possibile monitorando la salute del cavo orale e valutando l’eventuale necessità di ausili all’alimentazione.
È necessaria quindi un’attenta presa in carico affinché il momento del pasto non si limiti a soddisfare le esigenze nutrizionali della persona, ma sia volto a far sì che l’alimentazione sia momento di convivialità e di relazione e che rimanga quindi uno dei piaceri della vita (Thiyagalingam, Kulinski, Thorsteinsdottir, Shindelar &Takahashi, 2020).
